Il castello più affascinante e bizzarro è in Italia ed è la Rocchetta Mattei. Si trova nel cuore dell’appennino tosco-emiliano, viaggiando sulla statale chiamata la Porrettana, che va’ a finire vicino Bologna, ad un certo punto ti trovi davanti uno spettacolo che certamente non ti aspetti. Al centro di una piccola vallata, su una piccola collinetta c’è un castello che appena lo vedi sembra uscito da una favola.
E’ un castello ottocentesco che intreccia tanti stili diversi, dal medievale al moresco, con un’infinità di torri, grandi e piccole tutte diverse, vetrate, finestre in stile arabo, guglie variopinte e cupole dorate. Da qualsiasi parte lo si guardi è sempre diverso e ti sembrano non uno ma cento castelli.
Per fortuna oggi è possibile visitare questa meraviglia che è stata restaurata (ancora non del tutto purtroppo), lasciando intatte le caratteristiche originali ed è una visita che consiglio caldamente. Rimarrete stupiti dal labirinto di stanze, una più variopinta dell’altra, torri e scalette, passaggi all’esterno e la bellissima chiesa che è stata disegnata sul modello della Cattedrale di Cordoba in Spagna. C’è addirittura un cortile interno, chiamato il cortile dei leoni che riproduce il cortile dell’Alhambra di Granada.
Un po’ di storia
Questo castello è stato voluto e ideato dal Conte Cesare Mattei che a partire dal 1850 ha iniziato ad edificarlo sulle rovine di un altro castello, l’antica rocca di Savignano risalente al XIII secolo. La struttura del castello è stata modificata più volte, sia dal Conte Mattei nel corso della sua vita, che dagli eredi.
Ma chi era questo personaggio che ha voluto e ha personalmente presieduto ai lavori di questo bizzarro edificio? Cesare Mattei nacque a Bologna da famiglia agiata e intraprese carriera politica, fu anche uno dei fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna. Fu fatto conte dal Papa pio IX per aver donato dei terreni nella zona del Comacchio che avrebbero aiutato lo stato pontificio a fermare l’avanzata austriaca.
La svolta della sua vita si ebbe quando morì sua madre dopo anni di indicibili sofferenze per un cancro. Dopo questo lasciò la politica per dedicarsi allo studio della medicina e si ritirò nella tenuta di Vigorso per studiare nuove cure che fossero più efficaci in malattie come quelle della madre.
Nel 1850 acquistò i terreni dove sorgeva l’antica rocca di Savignano e nel novembre dello stesso anno iniziò i lavori del castello che avrebbe chiamato Rocchetta, dove si stabilì nel 1859. Il castello è stato un cantiere aperto per tutta la durata della sua vita e anche oltre in quanto alcuni dei lavori sono stati terminati dal suo figlio adottivo ed erede Mario Venturoli.
Andando oltre le teorie del fondatore dell’omeopatia, sviluppò una nuova terapia medica che chiamò elettro-omeopatia che lo rese famoso in tutto il mondo, tanto che è ancora praticata in alcuni paesi come l’India e il Pakistan. Tra i suoi pazienti ci furono personaggi celebri come Zar e Principi. E’ stato menzionato perfino da Dostoevskij nel suo romanzo I Fratelli Karamazov. E’ stato anche un filantropo in quanto ha curato gratuitamente tutti quelli che venivano da lui e non potevano permettersi il costo della sua medicina, ospitandoli anche a sue spese.
Morì nel 1896 all’età di 87 anni e nel 1906, come espressamente richiesto nel testamento del conte, il suo corpo è stato tumulato nella cappella della chiesa della Rocchetta, dove riposa ancor oggi.
Fino al 1959 gli eredi continuarono la produzione e la distribuzione dei “rimedi Mattei” ma dopo per vari motivi i laboratori sono stati chiusi e il castello purtroppo è stato lasciato a se stesso dopo che nella seconda guerra mondiale subì moltissimi danni e saccheggi. E’ stato possibile visitarlo fino alla metà degli anni 80, dopo, diventato pericoloso per aver subito un declino molto rapido dovuto all’abbandono dei proprietari, è stato chiuso al pubblico.
Verso la fine degli anni 90, la popolazione locale, stanca di vedere il castello così in abbandono creò il comitato “S.O.S. Rocchetta” che si è posto l’obbiettivo di salvarlo. Questa lotta durerà circa 8 anni e durante questo periodo vengono apportate importanti riparazioni. Il comitato inizia anche a cercare di recuperare i reperti e i documenti perduti negli anni e nel 2000 viene fondato un archivio dove viene posto il materiale ritrovato.
Finalmente nel 2005 avviene l’acquisizione della Rocchetta da parte della Fondazione Cassa Di Risparmio in Bologna e nel 2007 iniziano i lavori di restauro. Il 9 agosto del 2015 finalmente il castello viene aperto al pubblico. Una buona parte del castello è visitabile, manca ancora la parte medievale che si spera possiamo vedere a breve, in quanto i lavori stanno andando avanti.
Dentro il castello
Gli stili che si possono trovare all’interno del castello sono innumerevoli, si va dal medievale, al neogotico, al moresco fino al liberty. Da una importante scalinata si accede al cortile interno e già qui prima di entrare si trova un bizzarro miscuglio di stili, un arco in stile moresco e in fondo statue di putti, busti e cavalli alati. Dal cortile si diramano le scale per le varie zone del castello.
Ci sono stanze fantastiche per colori, rifiniture e tappezzerie. Il legno è stato un materiale molto usato e lo ritroviamo in scale, soffitti e in tantissime rifiniture veramente di pregio. Le grandi sale, come le piccole stanze sulle torri sono state restaurate con tappezzerie, pavimenti, vetrate, rifiniture che riprendono lo stile di ogni ambiente, tanto che ci fa pensare che manchino solo i mobili e poi potrebbe essere nuovamente abitata. E il panorama che si gode da ogni torre e finestra, è meraviglioso e riposante, così immerso nel verde.
Le visite al castello sono guidate e le guide vi racconteranno la storia sia di Cesare Mattei, che delle varie sale che vi porteranno a vedere. A me è rimasta impressa la sala dei 90, tra l’altro meravigliosa, chiamata così per il fatto che il conte avrebbe voluto festeggiare qui il suo novantesimo compleanno insieme a novanta novantenni. Purtroppo per lui non riuscì a celebrare l’appuntamento in quanto morì ad 87 anni.
E questo viaggio fra alchimia ed esoterismo dove ogni stanza, ogni statua, ogni arco, hanno un loro messaggio, è veramente interessante. Per esempio ci raccontano di due teste appese ad un muro nel corridoio arancio che conduce al cortile centrale. La prima è quella di un caprone e l’altra è di un anziano barbuto. Rappresentano l’ascesa tra l’ignoranza e la saggezza percorrendo gli scalini per salire al castello.
Ma tante ancora saranno le storie e gli aneddoti che vengono raccontati in ogni sala, come la sala della Pace, la sala dell’oblio e quella della musica. Bellissima è anche la scala Nobile che si scende per uscire dal castello a visita ultimata. Una visita che vorrai rifare ancora perché ti rimane dentro la sensazione di pace che provi nel percorrere quel meraviglioso itinerario dentro una fiaba.
Qui puoi trovare il sito ufficiale https://www.rocchetta-mattei.it/ per richiedere informazioni circa i giorni e gli orari di apertura. Compatibilmente con la situazione attuale.